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Tempio Nazionale del Perpetuo Suffragio

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Il Tempio Nazionale del Perpetuo Suffragio è stato ideato, voluto e tenacemente realizzato da uno dei più antichi e illustri Ordini Religiosi, l'Ordo Fratrum Servorum Sanctae Mariae, conosciuto come Ordine dei Servi di Maria.

Si trova nel quartiere Italia di Roma in Via Lazzaro Spallanzani n. 27 ed è dedicato ai Caduti italiani di tutte le guerre.

Il Tempio è a disposizione di chiunque voglia celebrare una Santa Messa per commemorare una Ricorrenza.

Origini e storia del progetto sono diligentemente argomentate nella relazione del Dott. Giovanni Rivera, Amministratore Delegato dell’Opera Nazionale del Perpetuo Suffragio, nel primo decennale della fondazione (1946 – 1956) che, di seguito, si riporta (quasi) integralmente:

“Era il lontano 1943, anno cruciale per l’Italia e per il mondo, allorquando il P. Lorenzo Lucatelli, Priore e Parroco della Chiesa dei Sette Santi Fondatori, ebbe l’ispirazione di erigere in Roma – Centro della Cristianità e Città Universale – un Tempio Nazionale che ricordasse, nei secoli, il sacrificio di tante vittime innocenti e, perpetuandone la memoria, raccogliesse i Congiunti e il popolo tutto nella preghiera propiziatoria.

Il Padre Lucatelli preparò nei minimi particolari un programma di cui poté iniziare l’attuazione nel 1946.

Venne incaricato l’architetto Alberto Tonelli per la progettazione della costruzione e questi effettivamente seppe contemperare tutte le esigenze tecniche e religiose sì che la Commissione di Arte Sacra ebbe ad approvarne le linee architettoniche.

Occorreva, intanto, provvedere al finanziamento dell'Opera mediante un appello alle anime generose ed ai Congiunti dei Caduti in guerra.

Il danaro cominciò ad affluire in misura superiore al previsto, malgrado si fossero dovute superare

serie difficoltà di ogni genere.

Le stesse Autorità erano scettiche sulla riuscita della iniziativa e più che facilitarne il grave compito assunto dal Padre Lucatelli rimanevano in posizione di attesa.

Nel 1946, dopo l’approvazione del progetto, si eseguirono i lavori che l’Architetto Dott. Alberto Tonelli così ha riassunto:

1) E stato demolito il villino esistente e scavato il terreno che doveva alloggiare la Cripta, provvedendo alla asportazione di circa 10.000 mq. di terra e costruendo un robusto muro di sostegno contro-terra esterno che garantisce il perfetto isolamento della Cripta da ogni infiltrazione di umidità od altro;

2) Sono state eseguite le fondazioni che, considerato l’intero complesso Cripta Chiesa si sono presentate particolarmente difficili e laboriose per l’imponente complesso da sostenere;

3) Si passò quindi alla costruzione della Cripta vera e propria, costituita da una struttura in cemento armato di sostegno al grande solaio di 20 metri di diametro che venne realizzato mediante una raggera di travi convergenti in un anello centrale del diametro di metri 3.00.

Tale anello presenta una superiore copertura in vetro cemento, incassato nel marmo del pavimento della Cripta ed un sottostante velario in ferro vetro mentre tra i due sono disposti numerosi riflettori per l’illuminazione notturna della Cripta.

4) Sono state eseguite le opere di completamento e rifinitura della Cripta stessa, quali il pavimento in marmo arabescato, i rivestimenti alle pareti, l’Altare Maggiore, le quattro scale di accesso in marmo calacatta, l’illuminazione a luce indiretta con lampade votive in ferro battuto, le 29 finestre in ferro comandato, ecc.

Nell’anno 1949 si riuscì ad inaugurare la Cripta che consta di un vasto ambiente circolare, senza pilastro alcuno, del diametro di circa m. 20, contornati dall’Altare Maggiore, dalle Cappelle e da altro spazio utile destinato alle grandi affluenze dei fedeli.

Una prima importante tappa era stata raggiunta ed a tempo di primato di marcia: doveva, però, provvedersi al saldo delle spese sostenute e soddisfare gli impegni assunti con i vari fornitori.

Le somme raccolte non erano state affatto sufficienti e la Provincia Romana dei Servi di Maria fu costretta a ricorrere all’aiuto dei propri Confratelli dell’America.

Superato il momento più delicate per il finanziamento dell’Opera fu ripresa con ritmo accelerato la raccolta dei fondi. P. Luigi Colluzzi, dinamico Provinciale dei Servi di Maria per la Provincia Romana ritenne opportuno provvedere alla nomina di un Amministratore Delegato, la cui attività iniziò con

il 1. agosto 1950. Tale soluzione ebbe benefici risultati in quanto immediatamente fu costituito un Comitato d’onore, al quale aderirono le più spiccate personalità della Politica, della Scienza, dell'Arte e dell'Economia Italiana.

Il compianto grande Statista On. Alcide De Gasperi si fece rappresentare dal suo più diretto collaboratore On. Giulio Andreotti e gli stessi componenti del Suo Sesto Gabinetto inviarono un contributo all’Opera facendo apporre una lapide al lato sinistro dell'Altare Maggiore.

Il Presidente della Repubblica Sen. Luigi Einaudi pose il Comitato d’onore sotto il Suo Alto Patronato ed onorò i Caduti di tutte le guerre con la incisione di un'epigrafe dorata in oro zecchino.

Ininterrottamente pervennero adesioni da ogni parte d’Italia: e così il Ministero della Difesa, i Comandi Generali dell’Arma dei Carabinieri e della Finanza, i Comandi Territoriali d'Italia, la Regione Siciliana e Sarda, le Amministrazioni Provinciali, i Comuni Capo-luogo di Provincia, le grandi Associazioni Combattentistiche, la Banca d'Italia, gli Enti Assicurativi, ecc..

Per la verità è stata una gara commovente e travolgente. Si è giunti così all’inizio dei lavori per l’erezione della Monumentale Chiesa ed è in corso la ultimazione della parte architettonica.

La cupola già si è aggiunta alle numerose altre di questa grande e bella Roma. Entro il corrente anno 1956 si spera di veder realtà ciò che per l’intero decennio fu un sogno.

Il merito più importante deve essere attribuito ai Servi di Maria della Provincia Romana ed in special modo al Padre Luigi Coluzzi, infaticabile nella sua attività, che, coadiuvato dal suo collaboratore P. Tommaso Cimaroli, Parroco della Chiesa dei Sette Santi Fondatori, non ha esitato ad attuare un programma rischioso e direi quasi utopistico: ma nulla avrebbero potuto ottenere se fosse mancata la collaborazione delle Autorità Civili e Religiose e soprattutto la fede generosa dei Benefattori di ogni parte d'Italia che per dieci lunghi anni, con sempre rinnovato entusiasmo, hanno risposto ai nostri numerosi appelli patriottici.

[...]

Confidiamo che la mèta raggiunta segni solo il finale di una tappa importantissima e che durante il prossimo decennio possa essere percorsa la seconda tappa che ci farà compiere le opere di abbellimento.

E così il Monumentale Tempio sarà sempre più bello e degno della nostra Italia, di questa Roma e di tutti i congiunti dei gloriosi Caduti in guerra. E il ricordo rimarrà certamente vivo nella mente e nel cuore degli Italiani.”.

Finché c’è Memoria, c’è Italia.

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