Heading 3
77° Anniversario eccidio italiani e somali (Mogadiscio, 11.01.1948)
sab 11 gen
|Tempio Nazionale del Perpetuo Suffragio


Data e Luogo
11 gen 2025, 00:00
Tempio Nazionale del Perpetuo Suffragio, Piazza Salerno n. 4, Roma
Memoriale della Ricorrenza
L'11 gennaio 1948 a Mogadiscio si consumò un tragico evento che rimane spesso nell'ombra della storia postbellica: la strage che vide coinvolta la comunità italiana e somala durante il periodo di decolonizzazione della Somalia. Dopo che le truppe britanniche occupavano militarmente la Somalia nel 1941, a seguito della sconfitta italiana in Africa Orientale, Mogadiscio mantenne una presenza italiana significativa e rapporti generalmente pacifici con la popolazione locale.
Tuttavia, nonostante le discussioni in corso presso l'ONU riguardo all'amministrazione fiduciaria italiana, l'amministrazione militare britannica era restia a restituire l'ex colonia italiana all'Italia. La situazione si aggravò con la presenza della Lega dei Giovani Somali (SYL), sostenuta dalla Gran Bretagna e ostile agli interessi italiani.
Nel gennaio del 1948, una Commissione ONU composta da membri delle potenze vincitrici del secondo conflitto mondiale, detta Commissione Quadripartita, giunse a Mogadiscio. La delegazione aveva il compito di verificare l’idoneità dell’ex colonia italiana per un eventuale passaggio a un’amministrazione fiduciaria italiana, con l’obiettivo di condurla all’indipendenza nel giro di alcuni anni. L’arrivo dei delegati suscitò entusiasmo tra i somali favorevoli a un ritorno, anche temporaneo, di un governo italiano.
L’11 gennaio 1948 erano previste nella capitale due manifestazioni: una della SYL e l’altra degli italiani. Il vice comandante della Gendarmeria Somala, R.E. Thorne, ritirò l’autorizzazione al corteo italiano, consentendo solo quello della Lega. Intorno alle ore 11:00 del mattino, il corteo somalo si diresse verso il centro di Mogadiscio. La manifestazione, senza apparente motivo, degenerò e i somali inquadrati nella SYL iniziarono ad attaccare gli italiani. Gli aggressori entrarono nelle case di proprietà di cittadini italiani, colpendo a suon di bastonate o con coltelli gli inermi abitanti. Saccheggiarono e devastarono tutto ciò che faceva riferimento alla comunità italiana in Somalia: negozi, associazioni, ritrovi sportivi e luoghi frequentati dagli italiani. Nel massacro non vennero risparmiati neanche anziani, invalidi, bambini e donne. Nessuno degli italiani poté difendersi con le armi, poiché queste erano state confiscate dagli inglesi nel 1941 e non più restituite. Alcuni somali tentarono di proteggere gli italiani, pagando con la vita l’attaccamento agli ex coloni. Il bilancio fu tragico: 54 italiani e 14 somali uccisi oltre numerosi feriti.
Le autorità italiane avanzarono l'ipotesi che gli autori della strage fossero stati manipolati dagli inglesi per destabilizzare la situazione. Tuttavia, la versione ufficiale sostenuta dalla gendarmeria somalo-britannica attribuì i massacri a una reazione della SYL a presunti attacchi italiani.
Nonostante il clamore e le proteste italiane, l'inchiesta condotta dal governo britannico fu tenuta segreta fino al 1990, conosciuta come il Flaxman Report. L'evento, seppur tragicamente significativo, fu negli anni seguenti al 1948 dimenticato forse per evitare tensioni diplomatiche in un periodo in cui l'Italia cercava di consolidare relazioni con gli ex nemici della seconda guerra mondiale.
La strage di Mogadiscio rimane, così, un capitolo oscuro della storia italo-somala, spesso relegato all'oblio, sebbene sia stato un evento cruciale con profonde implicazioni storiche.